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E’ il Napoli di ADL! Non dei tifosi e di Carlo nemmeno…
- Updated: 8 ottobre 2018

di Paolo Paoletti - Spazio a tutti con poche crepe di rendimento, 5 vittorie su 5 in casa ma 2 pesanti sconfitte esterne in 8 partite; 21 giocatori schierati dal primo minuto, Meret, Ghoulam e Younes ancora fuori.
Samp, Juve e Belgrado i punti più bassi; la vittoria col Liverpool il livello massimo espresso.
Ancelotti insiste: “Facciamo la corsa alla prima in classifica, cerchiamo di esser pronti se la Juventus fa un passo falso. Penso che possiamo essere competitivi fino alla fine”.
Il Carlo-pensiero è il manifesto dei noiosi e pericolosi giorni di sosta per le Nazionali.
Con un inciso su cui bisogna riflettere: “questo non è il Napoli di Ancelotti o di Insigne… è il Napoli di De Laurentis e dei tifosi!”
Giusto, vero, anche ruffiano in questo momento!
La contestazione delle curve è stata sedata con i mini abbinamenti-regalo di Champions, vero business popolare. Sarri allontanato in chiaroscuro, proprio grazie ad Ancelotti, ma pronto a riemergere fantasma da 20 punti in Premier League, alla pari e primo in classifica tra Guardiola e Jurgen Klopp|
Ancelotti sa che questo Napoli non può vincere lo scudetto, ma spera che sia la Juve a perderlo. Allora bisognerà essere pronti a sfruttare l’occasione capendoci di più sull’Inter.
Carlo ha ereditato un modello consolidato, riequilIbrato col 4-4-2 nella necessità di mantenere la promessa fatta al Presidente: far giocare tutti.
Gli equilibri arrivano dai calciatori disponibilità anche a compiti mai svolti prima. L’esempio è Verdi: il flop con la Samp gli ha dato mordente ed ora si sacrifica in compiti di copertura, lui che porta il numero 9 sulla schiena.
Spaesato nel dover fare le due fasi, in un mese, ha capito. In una gara in discesa contro il Sassuolo, Verdi ha fatto intensità difensiva, coperto la fascia senza perdere riferimenti, tentato qualche incurisone. Ma prima il dovere di squadra, poi il piacere individuale.
Verdi è solo un esempio della gestione Ancelotti, come lo è Malcuit.
Aldilà del risultato in campionato, al momento deficitario nel -6 dalla Juve, aumentato rispetto alla fine dello scorso campionato.
Ed è facile dire che l’evoluzione di Ancelotti non può essere finita qui.
L’imprevedibilità sarà fattore decisivo nel bel mezzo della stagione: al momento il sogno ottavi di champion aLimenta testa e cuore di tutti, a dicembre le cose cambieranno.
Se sarà Europa League, la gestione del gruppo resterà uguale. Diversamente i titolarissimi torneranno. Come con Sarri, anche se con più elasticità.
Con la sostanziale differenza che alla semplicità del 4-4-2 è più facile adattare tutti, visto che i meccanismi non sono in sinc, privileggiando fantasia e creatività dei singoli. La strada è appena all’inizio, il lavoro è impostato non rifinito, tutto dipenderà dai giocatori.
Ovvero la squadra di De Laurentis.
Non quella dei tifosi, Carlo…
E nemmeno quella che avrebbe voluto Ancelotti!
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