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Chiamatelo Maurizio, confessa: a Napoli sbagli miei e di ADL!
- Updated: 18 luglio 2018

di Mary Bridge - “Chiamatemi Maurizio”. L’inglese è da perfezionare… quindi “meglio in italiano, così non vengo frainteso”, così come la rosa del Chelsea che commenta così: “spero che restino tutti i migliori”.
Sarri non ha paura della sfida Premier “stimolante e diffiCile”, in un campionato “più diffiCile della serie A”.
Nella prima conferenza davanti alla stampa inglese l’ex allenatore del Napoli ci ha tenuto a presentarsi come “tecnico da campo” che non un manager, a dispetto anche dell’inedita cravatta, elogiando il lavoro svolto dal suo predecessore.
“Avevo una situazione da risolvere col Napoli e non ho potuto pianificare nulla per il Chelsea. Sapevo che i Blues erano interessati a me, ma la cosa si è risolta solo di recente e avremo qualche problema di risolvere nella preparazione, ma lo faremo da subito. Per me è una sfida diffiCile ma affascinante – ha dichiarato in conferenza -, perché siamo in un campionato con le squadre e i giocatori più forti del mondo. Non ho chiesto nulla ad Ancelotti, voglio farmi la mia esperienza. So che non sarà semplice perché al momento la Premier League è più forte della serie A, ma non cambierò il mio modo di giocare. Voglio divertirmi e so che il Chelsea non ha un modo di giocare tipicamente inglese, questo mi dà fiducia”.
Alcuni fuoriclasse come Hazard potreBBero andare via dal Chelsea, mentre in entrata si parla di Higuain: “E’ chiaro che tutti vorremmo tenere i giocatori più forti – ha commentato Sarri -, ma vedremo come andrà il mercato nei pRossimi giorni. Io mi sento un allenatore da campo e non un manager a tutto tondo. Sono uno dei pochi allenatori che è annoiato dal mercato, non mi piace parlarne e non mi interessa. Il nostro compito è quello di far crescere i giocatori a disposizione”.
Conte ha lasciato il Chelsea dopo aver vinto una Premier League e una FA Cup: “Non so cosa devo fare per tenere il mio posto, voglio divertirmi e avere una squadra competitiva. A Napoli ci sono riuscito, spero anche qui. Spesso è più più bello giocare bene, divertire i tifosi e non vincere piuttosto che il contrario, ma ovviamente spero di vincere qualche trofeo. A Napoli ho lasciato un ottimo ricordo dei tifosi e di tutta l’esperienza, li amerò per sempre. C’è stata qualche incompresione con il presidente ma mi si è spezzato il cuore a lasciare gli azzurri. Se ci siamo lasciati male con la società vuol dire che ci sono stati errori da entrambe le parti. De Laurentiis ha interpretato male i miei silenzi che erano frutto di incertezza di chi aveva il cuore straziato a pensare di lasciare”.
La Community Shield contro il City di Guardiola è tra diciotto giorni, è una corsa contro il tempo: “Non mi piace essere condizionato da niente e nessuno. Conte qui ha fatto un lavoro straordinario, ma voglio portare il mio gioco e il mio modo di lavorare. Mi servirà un po’ di tempo per vedere la squadra che ho in mente visto che è anche un momento post mondiale. Tutte le cose buone che ha fatto Conte non vanno disperse, ma la bravura di un allenatore è anche quella di imporre la propria filosoFIA in poco tempo. Nono so quanto ci metterò, magari tre mesi come a Empoli, magari meno come a Napoli. Spero di essere migliorato ancora ed accorciare ulteriormente il periodo di apprendistato”.
L’obiettivo sarà quella di portare il Sarri-pensiero al Chelsea: “Non voglio cambiare nulla della filosoFIA del club, io lavorerò solo sul campo. Il nostro non è uno sport ma un gioco, e per questo doBBiamo divertirci. La parte di bambino che ognuno di noi ha dentro va coltivata perché è ciò che ci farà rendere al 101%. L’aspetto professionale ci fa arrivare al 99%. Voglio una squadra forte che si diverta”. In arrivo ci saranno uno o due giocatori come auspicato dal tecnico: “Non faccio nomi perché non li ho nella testa. Mi manca un po’ di qualità a centrocampo per fare il mio tipo di gioco. Starà a me capire cos’ho a disposizione e trovare un gioco adatto per questi giocatori. Non posso pretendere di arrivare qui e cambiare tutto”.
Anche Guardiola ha avuto qualche difficoltà ad imporre la propria filosoFIA: “Pep è un fuoriclasse assoluto, un genio e per questo gli sarà stato diffiCile spiegare le sue intuizioni. Il primo anno ha avuto qualche difficoltà, poi però ha fatto 100 punti in Premier che è una cosa irripetibile. Però Guardiola è un fuoriclasse”.
A chi gli chiede come vuole essere chiamato evocando lo ‘special one’ di Mourinho negli anni londinesi, il nuovo allenatore risponde semplice: “Vorrei che qui tutti, dai giocatori ai giornalisti, mi chiamassero col mio nome: Maurizio”
Ammette: “Antonio Conte ha ottenuto risultati eccezionali sia in passato che qui, e tutto quello di buono che ha fatto con il Chelsea lo conserverò. Ma nel calcio di oggi la cosa più importante è saper trasmettere la proprio filosoFIA di gioco alla squadra”.
Tempo però ce ne poco: tra tre settimane comincia la Premier League – prima contro l’Huddersfield – ma tra 18 giorni i Blues inaugureranno la nuova stagione nella finale di Community Shield contro il Manchester City.
Svela: “In passato mi ci è voluto un po’ di tempo per spiegare le mie idee. Magari anche tre mesi. A Napoli ci eravamo sintonizzati dopo tre partite. Spero di fare in fretta anche qui, anche se dopo un mondiale ci vuole sempre più tempo. Magari grazie alla qualità della rosa possiamo comunque ottenere risultati da subito”.
A proposito di squadra, il mercato inglese chiude esattamente tra 22 giorni. E il Chelsea, al di là di Jorginho, appare come un cantiere aperto, con molte delle sue stelle – a cominciare da Eden Hazard, ma anche Thibaut Courtois, Alvaro Morata e N’golo Kanté – in predicato di partite.
“Sono forse l’unico allenatore che si annoia quanto sente parlare di mercato. Non mi interessano le trattative. Con un paio di innesti possiamo essere una squadra in grado di dare spettacolo. Manca solo un po’ di creatività a centrocampo. Hazard? E’ già uno dei due o tre migliori giocatori in Europa. Spero di migliorarlo, anche se sarà diffiCile perché ha già raggiunto livelli altissimi”.
Sarri promette che cercherà di proporre anche a Londra un calcio “spettacolare”, perché “il mio obiettivo personale è divertirmi, e divertire i nostri tifosi. Se così si vince? Sometimes yes, sometimes not…A volte sì a volte no. Il calcio non è uno sport, ma un gioco e noi doBBiamo nutrire il bambino che è in noi”.
Maurizio solo quattro anni fa allenava in Serie B, ora si trova sulla panchina di uno dei top-club del campionato più ricco del pianeta. Come può non divertirsi?
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